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Tecniche di pesca

Cari amici appassionati,

pur essendo giovane (foto a destra), posso dire di aver maturato una certa esperienza pescando nei porti e sulle scogliere. Ma per cominciare ad avvicinarvi a questo tipo di sport, vi consiglio di praticare la pesca nei porti, facendo sempre attenzione che non ci siano divieti di pesca, ordinanze del comune o restrizioni da parte della capitaneria di porto.

Nonostante possa sembrare strano, la pesca che viene praticata nei porti può riservare tra le migliori sorprese durante tutte le stagioni dell'anno e non richiede speciali capacità o attrezzature costose.Numerose specie di pesci scelgono il porto come loro habitat poiché è una zona  ricca alimentazione; se poi si pensa alla comodità di accesso dei pescatori, si spiega perché le banchine ed i moli sono i posti più frequentati in ogni stagione. In un porto si può anche avere la possibilità di pescare pesci di notevoli dimensioni, data la profondità delle acque che normalmente caratterizza posti del genere ed avere anche delle belle soddisfazioni.
Le tecniche di pesca più utilizzate nei porti sono:
  1. Pesca con il galleggiantePer questo tipo di pesca possiamo usare una canna sia fissa,con una lunghezza compresa tra i 6 metri o anche 10m a seconda del fondale e del luogo; sia bolognese, lunga dai 5 mt ai 7 mt. I monofili vanno fino ad un massimo di 0,16/0,18 mm di diametro; con questa attrezzatura si possono pescare cefali, spigole, saraghi, occhiate e salpe. Le piombature che consiglio variano da 1gr fino ad un massimo di 2,50 gr per una pesca leggera e sensibile.Quest'ultima, varia a seconda delle condizioni del mare, se c'è vento, correnti, etc... Per quanto riguarda i galleggianti, in caso di piombatura leggera, consiglio l'utilizzo di galleggianti fissi e regolabili manualmente a seconda del fondale che ci troviamo davanti, oppure scorrevoli senza dimenticare di inserire prima lo "stoppino", come spesso capita a tutti, me compreso. 
  2. Pesca all'inglese:La pesca all’ inglese è nata nella penisola britannica , come si capisce dal nome, proprio per venire incontro alle situazioni atmosferiche e ambientali di quei luoghi.
    Tipicamente praticata nelle acque interne , negli ultimi anni ha preso molto piede anche in mare. Infatti, è molto pratica nelle foci, nei porti e a ridosso delle scogliere.
    Era una tecnica di pesca limitata a quella zona , fino al giorno in cui durante i campionati mondiali di pesca al colpo gli inglesi stracciarono tutti gli avversari con questa tecnica sconosciuta a tutti, la fortuna volle che il campo di gara e la situazione ambientale e atmosferica favorisse proprio loro nella tecnica che più li avvantagiava.
    Difatti nei fiumi e nei canali britannici ci troviamo di fronte a determinate situazioni alle quali noi non siamo propriamente abituati , bacini molto larghi e spesso profondi, forte vento e spesso pioggia.
    La pesca all’inglese riesce a coprire tutte queste situazioni.

Perchè scegliere questa tecnica? Cosa cambia rispetto la diffusa pesca con la bolognese?

La prima cosa che salta all’occhio sono i galleggianti, chiamati waggler, che sono galleggianti scorrevoli, piombati e sono disponibili con piombature di grammature differenti e possono essere montati sia come i classici fissi stoppandoli con un filo, uno stopper oppure scorrevoli.

Quali  vantaggi si hanno utilizzando questi galleggianti?

Il primo vantaggio che si riscontra è il lancio, perché  la piombatura dei galleggianti e le loro forme  permettono di lanciare a lunga distanza e la piombatura nella parte bassa li rende estremamente sensibili alla minima toccata. Questo fa si che anche se ci troviamo in un bacino molto ampio con forte vento si riesca ad arrivare senza problemi al nostro obiettivo.
Un altro grandissimo vantaggio è sul come affrontare il fondale  mantenendo il galleggiante scorrevole , quindi senza stopper, possiamo pescare a contatto col fondo, cosa non possibile con la classica pesca a bolognese. Mantenendo il galleggiante scorrevole infatti , la piombatura cadrà fino sul fondo e il galleggiante resterà in superficie in posizione senza sdraiarsi e questo è il più grande vantaggio che si possa avere su fondali inaffrontabili se non pescando a fondo.


L'inglese nei porti:


Le tecniche:

La tecnica della pesca all'inglese, si può praticare in diversi modi:

Prima modalità:

1.5 metri, con filo dello 0.14 con torpilla da 2 grammi
2 metri di terminale , in base alle condizioni del mare se mosso e quindi un pò sporco o chiaro dello 0.08 o dello 0.10, prima di mettermi a pescare faccio la misurazione del fondo e lo alzo a circa 10 - 20 centimetri dal fondo.
Questo  terminale é fatto per arrivare adagio sul fondo, quando si presume che ci sia mangianza sul fondo oppure a galla o mezz’acqua, in considerazione del fatto che il terminale affonda lentamente insieme al bigattino pasturato. Quest'ultimo, ad uso in presenza di mare piatto ed assenza di corrente.
pesci da insidiare potrebbero essere, occhiate, spigole, lecce.

Seconda modalità:

Uguale alla prima ma con si utilizza un piombino piccolo a 20 cm dall’amo in modo che arrivi prima sul fondo.
Questo tipo di terminale si usa quando  si sa che il pesce incomincia a mangiare da mezz’acqua in giù e quindi il pallino serve a far scendere un pò più velocemente il terminale.
Anche questo, ad uso in presenza di mare piatto e assenza di corrente.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, cefali, occhiate, saraghi, orate.

Terza modalità:

Sempre uguale alla prima ma con cambio della torpilla da 1 grammo, più  1 grammo diviso nel terminale con diverse misure di pallini piombati in ordine decrescente.
Si usa in presenza di leggera brezza, in modo che il terminale avendo ben distribuito il peso dei piombini non si aggrovigli con il galleggiante e quindi evitare garbugli, il terminale arriva più velocemente sul fondo.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, cefalo, occhiata, sarago, salpa, orata.

Quarta modalità:

In questo caso, sostituiamo la torpilla con pasturatore e nell’interno 1 torpilla di 1 grammo, terminale identico al primo.
Si usa in caso di corrente a galla e la pasturazione avviene all'incirca a 4 metri dal fondo che abbiamo preso e questo sistema evita la pasturazione a fionda, altrimenti con la corrente il bigattino viene trasportato e depositato fuori dal nostro raggio di pesca.
La torpilla dentro il pasturatore lo aiuta a scendere molto più velocemente, anche se raramente il terminale si aggroviglia al pasturatore, ma è un rischio che bisogna corre.
Pesci da insidiare potrebbero essere, spigola, orata, cefalo, sarago.

Quinta modalità:

Uguale alla quarta, ma con una differenza che è il pasturatore. Deve stare 10 cm dal fondo, ed il terminale deve pescare in modo orizzontale.
Questa modalità si usa  quando il pesce mangia sul fondo, il bigattino esce direttamente sul fondo  ed al passaggio dell’amo il pesce insidiato potrebbe essere, spigola, orata, cefalo.

In queste cinque modalità che vi ho elencato, come avrete sicuramente  notato, la spigola è quella che si potrebbe insidiare di più, perchè è l’unico pesce a non avere una postazione fissa.
Nelle prime quattro,invece, l'azione di pesca si effettua sempre a 10 massimo 20 centimetri dal fondo, considerando che siamo in condizioni di una brezza leggera, il cimino della canna va lasciato quindi fuori dall’acqua, ad un’altezza dal mare di circa 1.5 – 2 metri in modo che si ha una ferrata molto piu’ veloce.

Sesta modalità:

In questa tecnica la torpilla non va completamente inserita, ma va fatto un terminale di 2 metri con 2 grammi di piombini messi in ordine decrescente sempre a partire da 20 centimetri dall’amo, partendo dal piombino più grosso a finire al più piccolo.
Si usa principalmente in condizioni di mare un pò mosso e sporco, e con un pò di vento, in modo che il terminale arrivi molto velocemente sul fondo. In questo caso il cimino si tiene in acqua e la pasturazione date le condizioni del mare e del vento, la si può effettuare facendo dei pallettoni di bigattino spruzzando una colla particolare e adatta all'evenizenza, oppure, mischiando della farina al bigattino e spruzzando acqua su di esso (io faccio così).


 Generalità sulle prede nei porti:

  Sicuramente, la preda che possiamo insidiare pescando nei porti è  il cefalo, forse il più tradizionale abitatore di queste zone, anche perché è in grado di resistere a livelli di inquinamento piuttosto alti (solitamente lo si nota nelle parti più sporche dei porti), tanto che gli esemplari più grossi si pescano proprio nei porti. Un'altra preda, di carne molto pregiata, è la spigola; questa viene pescata di giorno e di notte ed è solita nuotare insieme a branchi di cefali. Quest'ultima, come anche il sarago è di carne molto pregiata; questo pesce vive nelle zone rocciose, quindi è più opportuno apprestarsi a pescare a ridosso   delle dighe esterne ai porti oppure sui vecchi                               moli. Chi invece si vuole apprestare alla pesca al gronco deve essere provvisto di lenze robuste e pronto a passare la notte sul molo e, lungo le sue pareti, dove è possibile sorprendere numerosi polpi. Si possono pescare infine alcuni tipi di pesci a seconda della stagione, come mormore, triglie di scoglio, sugarelli, aguglie, boghe, sgombri (dipende la zona di mare), leccie e cernie.